L’infezione da Sars-CoV-2 ha portato ad una mortalità sostanziale nei pazienti con neoplasie mieloproliferative croniche (MPN) Philadelphia-negative in trattamento con ruxolitinib. La vaccinazione contro Sars-Cov-2 rappresenta un fattore protettivo della patologia respiratoria che può avere esito grave o, in alcuni casi, addirittura fatale. Il monitoraggio dei parametri clinici e di laboratorio, in particolare, del rapporto neutrofili/linfociti (NRL) permetterebbe di identificare in modo tempestivo i pazienti a rischio di sviluppo di un quadro severo della malattia. Lo studio proposto vuole dimostrare che i pazienti trattati con ruxolitinib rappresentano una coorte fragile con elevata morbilità e mortalità correlata a Covid-19. L’assenza di vaccinazione, in particolare nei pazienti di età ≥ 70 anni e con NLR elevato, è associata a infezioni gravi e ridotta sopravvivenza.
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Determinanti della malattia dA Covid-19 e della relativa sopravvivenza nei pazienti MPN in trattamento con ruxolitinib
La pandemia da Covid-19 ha causato una mortalità elevata nei pazienti con neoplasie mieloproliferative croniche (MPN) Philadelphia-, come la trombocitemia essenziale (ET), la policitemia vera (PV) e la mielofibrosi (MF). Nell’articolo di Palandri et al. viene dimostrata l’influenza del trattamento con ruxolitinib nella risposta immunologica dei pazienti con MF e PV, valutando il tasso di sopravvivenza legato all’infezione da Sars-CoV-2, le caratteristiche cliniche e laboratoristiche e la prognosi correlata, al fine di ottenere strumenti di supporto alle decisioni per la terapia o il ricovero ospedaliero.
Studio PV-ARC: 934 pazienti con PV
Studio RUX-MF: 886 pazienti con MF in fase cronica che hanno ricevuto ruxolitinib
172 pazienti PV trattati con ruxolitinib + 147
● 5-10 mg BID in tutti i pazienti con PV e MF
● 15 mg BID e 20 mg BID in pazienti con MF
Rispetto ai pazienti ambulatoriali, quelli ricoverati in ospedale avevano:
● > probabilità di avere ≥ 70 anni (p=0,05)
● Conta piastrinica mediana significativamente più bassa
(150 vs. 226 × 109/L, p=0,02)
● Conta dei neutrofili più elevata (7,2 vs. 4,2 × 109/L, p=0,04)
● Aumento significativo del rapporto neutrofili/linfociti (NLR)
(5,6 vs. 3,5, p=0,04)
Alla diagnosi di Covid-19, ruxolitinib è stato ridotto nel 13,3% dei pazienti.
L’interruzione di ruxolitinib si è verificata in modo comparabile tra i pazienti con PV e MF durante la pandemia da Covid-19:
La causa dell’interruzione è stata:
● grave infezione da Covid-19
● grave trombocitopenia
di ospedalizzazione.
I pazienti ospedalizzati erano:
● Più anziani
● Livello mediano di emoglobina
● Conta piastrinica più bassa
● Conte di neutrofili più elevate
● Aumento significativo di NLR
I pazienti ospedalizzati avevano:
● Più comorbilità
Tra i 9 pazienti che hanno interrotto ruxolitinib, 5 sono morti. La frequenza dei decessi correlati a Covid-19 è diminuita nel tempo:
più bassa nei pazienti con NLR ≥ 6,8 e la vaccinazione
è stata associata a un ridotto rischio di morte.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37137878/